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lunedì 25 ottobre 2021

RECENSIONE: BENEDICTE BELPOIS - SUIZA

    Sinossi:

Galizia, terra di foreste e di prati, di pioggia e cieli sconfinati, di mare e santuari. In paese la vita scorre lenta e tranquilla, scandita dai lavori della campagna e, la sera, dal bicchiere di vino al bar, rigorosamente tra uomini. Niente sembra in grado di smuovere quella routine che pare cadenzata sulle note di un flamenco in lontananza, finché in paese, catapultata da un'altra vita, arriva Suiza. Suiza ha la pelle bianca quanto quella dei galiziani è conciata dal sole, gli occhi azzurri e limpidi quanto quelli dei galiziani sono scuri e ardenti, i capelli biondi quanto i galiziani li hanno neri. Non parla una parola di spagnolo e non sembra neanche tanto sveglia, alcuni pensano addirittura che sia un po' ritardata; non è neanche particolarmente bella, almeno non in modo appariscente, ma questo non impedisce ai cuori degli uomini di accendersi di passione. Nella corsa alla conquista la spunterà Tomás, il più determinato: ma quello che da principio era solo un desiderio divorante si trasformerà ben presto in amore vero. E l'amore, si sa, fa rima con morte... Il romanzo d'esordio di Bénédicte Belpois è allo stesso tempo struggente e ironico, tenero e spietato, torrido e romantico, ma è soprattutto un inno alla vita semplice e ai pochi, solidi valori fondamentali che, guarda caso, sono quelli della natura e dell'amore.

 

Commento:

Ci sono tanti modi di raccontare una storia: parole infinite, approcci più o meno duri, a voce unica o corale… Benedicte Belpois per il suo romanzo d'esordio ha scelto di combinare gli elementi in un modo assolutamente inconsueto, non convenzionale, sui generis: un racconto a due voci, quelle di Tomás e Suiza, che non potrebbero essere fra loro più diverse. Lui è un uomo ricco, un contadino-imprenditore vedovo, quadrato e intrattabile, un macho con un linguaggio triviale; lei una giovane donna delicata, fragile, pallida, straniera, diversa, di una bellezza normale, ma con qualcosa di inspiegabile che accende immediatamente il desiderio di possederla in qualunque uomo posi gli occhi su di lei. La prima volta che la vede, Tomás è seduto al bar di Alvaro dove lei fa da poco la cameriera. Da quel momento non può smettere di pensarla, brama il suo corpo, dev'essere sua, deve possederla a qualsiasi costo… e la ottiene. Non è preparato, però, ad innamorarsene davvero. Dal canto suo Suiza non obietta, non si lamenta, non sbraita, paziente e sottomessa fa fare a tutti gli uomini i loro comodi: nell'istituto svizzero da cui arriva non le hanno insegnato a ribellarsi, a rifiutare, non le hanno spiegato che un tale atteggiamento è profondamente sbagliato, ingiusto e irrispettoso della donna… per lei è sempre stato così e così sarà. Ma con Tomás c'è qualcosa di diverso: il sesso è piacevole e un sentimento senza nome sboccia piano dentro di lei. In Suiza Benedicte Belpois racconta l'incontro di due infelicità: due persone così diverse, opposte, inconciliabili trovano l'alchimia giusta per trarre giovamento l'una dall'altra. Un uomo malato, solo, rude ma in fondo buono e una ragazza che ha sofferto si incontrano e si trovano. E se l'amore prima di arrivare deve passare per l'incontro dei corpi chi se ne importa, in fondo? Suiza non è un romanzo facile: si legge agevolmente, a patto che si superi – per chi ce l'ha – l'avversione o la ritrosia verso un linguaggio triviale, un modo di raccontare, pensare e agire alquanto truce, una caterva di riferimenti sessuali molto, molto espliciti. Se si supera tutto questo si troverà un romanzo che dà da pensare, ambientato in una Spagna di ieri, ferma ad un tempo purtroppo non tanto lontano, in cui comunque, malgrado tutto, si riesce a trovare qualcosa di buono.

 

 

Opera recensita: "Suiza" di Benedicte Belpois

Editore: E/O, 2021

Traduttore: Alberto Bracci Testasecca

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Spagna

Pagine: 220

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto per        sonale: 7,5

                  

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