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mercoledì 7 settembre 2022

RECENSIONE: VASCO PRATOLINI - METELLO

Sinossi:

«Quelle lotte, quei leader e quegli eroi raccontati da Pratolini sono cominciati con Spartaco, continuano oggi in Fiat e proseguiranno un giorno sulle stelle. Come può non parlare, il muratore Metello del 1894, al precario di oggi?» – dalla prefazione di Antonio Pennacchi

Firenze, 1875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua città d'origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì fa ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e di fortuna. Sotto l'ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento. Dall'infanzia alla maturità, l'esistenza di Metello – tra i più carismatici e poetici personaggi di Pratolini – si snoda attraverso le tappe principali della storia di un'Italia agli albori: una nazione ritratta all'indomani dell'Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa.

 

Commento:

Come ho già avuto modo di scrivere in qualche recensione recente, ho scoperto, leggendo e leggendo, una predilezione per i romanzi realisti e neorealisti. E Metello di Vasco Pratolini è, senz'alcun dubbio, un romanzo neorealista, quindi mi piace. Il punto è che Metello mi è piaciuto molto perché è un ottimo, ottimo romanzo neorealista, uno di quelli che ti porta di schianto nel mondo che descrive, ti fa pensare, sentire, vivere come i personaggi che lo animano che, a loro volta, non restano mai chiusi in quelle pagine. Hanno un respiro ampio, sono indomabili pur nelle loro ristrettezze, non ci stanno a "farsi legare", loro devono essere liberi, far valere i loro diritti. Ecco, Metello è proprio un romanzo di questo tipo, per giunta storico, perché giustamente bisogna dare alle vicende il giusto tempo per sedimentare prima di poterle raccontare con lucidità eppure con trasporto. E Metello di questi personaggi ne è pieno! Primo della trilogia "Una storia italiana", scritto nel 1952 ma pubblicato nel '55, Metello racconta compiutamente la condizione operaia della fine dell'Ottocento e dei primi del Novecento, condizione che riguardava tutta Italia ma il cui racconto si concentra qui a Firenze, tra i cantieri edili, seguendo proprio un giovane lavoratore povero e indefesso, intelligente e buono a vivere: Metello Salani. La sua storia, simile a molte altre, ci riporta in un ritratto di rara lucidità e bellezza uno spaccato della lotta di classe e della storia d'Italia che ormai possiamo trovare solo nei romanzi. Una lettura importante, consigliata a tutti, senza remore.

 

Opera recensita: "Metello" di Vasco Pratolini

Editore: Rizzoli, 2011 (prima ed. 1955)

Genere: letteratura italiana, romanzo storico

Ambientazione: Firenze, fine Ottocento-Primi Novecento

Pagine: 329

Prezzo: 13,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

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