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sabato 10 dicembre 2022

RECENSIONE: GIOVANNI VERGA - MASTRO DON GESUALDO

Sinossi:

Pubblicato in volume nel 1889 dopo una serie di tormentosi rifacimenti, Verga raggiunge con questo romanzo la seconda tappa del progettato ciclo dei Vinti, allargando la sua indagine a un ambiente socialmente più complesso di quello dei "Malavoglia". Popolato da una folla di personaggi di vario ceto - nobili in decadenza, borghesi aggressivi, preti, contadini, comari - "Mastro don Gesualdo" dà vita a un ampio affresco della provincia siciliana dell'Ottocento, proiettato sullo sfondo dei primi conflitti risorgimentali. Gesualdo è intraprendente, astuto, infaticabile: un prototipo di self-made man, che a forza di lavoro e di sacrifici è salito da umili condizioni al rango di ricco possidente. Ma la spregiudicatezza dell'agire economico si unisce in lui a un rigido tradizionalismo di valori, all'intimo rispetto di radicate convenzioni sociali, ed è questo l'equivoco in cui si consuma la sua vita.

 

Commento:

Adoro il realismo – o meglio il verismo - verghiano, tuttavia la lettura di Mastro Don Gesualdo si è rivelata più ostica del previsto: il romanzo non mi ha catturata da subito, com'era invece accaduto per altre opere di Verga, ed ho dovuto attendere fin quasi ad un quarto dalla fine per sentirmi davvero interessata e vagamente coinvolta dalla storia. La cosa mi ha sorpresa non poco, anche perché la trama prometteva di conquistarmi, ed infatti è grandiosa. Due sono i concetti chiave attorno ai quali ruota l'intera storia: la "roba" e l'ingratitudine. Mastro Don Gesualdo è un villano arricchito, un uomo venuto su dal nulla che ha accumulato possedimenti e denaro a forza di sacrifici, lavoro e privazioni. Una volta acquisita tanta ricchezza, non ha "guardato a spese" per consolidare la sua posizione agli occhi del parentado e del paesello, nonché per far del bene a chi ne avesse bisogno. Tuttavia, attaccato ai propri averi come chi d'improvviso ha molto dopo aver avuto niente, non è stato in grado di rinunciare a rivalersi dei propri debiti, cosa che ha portato alla rovina alcune famiglie del paese. Un tradizionalismo patriarcale e retrogrado, poi, lo ha portato ad imporsi sul matrimonio della figlia, altro "negozio" che, alla lunga, l'ha portato a perdere molto del suo patrimonio. L'ingratitudine è l'altro filone importante della storia, ma vi lascerò il gusto di scoprirlo, qualora già non abbiate letto questo classico italiano in cui Verga ci descrive con la consueta abilità la provincia siciliana della prima metà dell'Ottocento. Per quanto mi riguarda, non la mia preferita delle opere dell'autore verista, ma più per una questione di forma che per altro: un maggiore approfondimento di alcuni personaggi, una contestualizzazione storica un po' più presente, uno snellimento generale della scrittura avrebbero forse giovato.

 

Opera recensita: "Mastro Don Gesualdo" di Giovanni Verga

Editore: Rizzoli, 2003, prima ed. originale 1889

Genere: classico

Ambientazione: Sicilia, prima metà dell'Ottocento

Pagine: 415

Prezzo: 9,00 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 6,5.

  

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