Sinossi:
"La lettera è arrivata a marzo:
è stato un miracolo che sia arrivata, visto che era indirizzata al vecchio
recapito di Colonia dove non abitiamo più da tredici anni. Lo Stato coreano
offre la possibilità a trenta ragazzi adottati in tutto il mondo di visitare il
loro Paese d'origine e di familiarizzare con la sua cultura." Anneli
Schinkel ha 21 anni quando questa lettera le offre la possibilità di compiere
un viaggio in Corea, il suo Paese natale e dove fu abbandonata appena nata sui
gradini di un orfanotrofio. Per lei si realizza un sogno, e così, con le poche
notizie che ha a disposizione - un nome assegnatole dalle autorità coreane e
una data di nascita vaga - decide di sfruttare l'occasione per mettersi alla
ricerca dei propri genitori. Una ricerca che la porta non soltanto a conoscere
l'incredibile verità sul suo passato, ma anche a ritrovare una famiglia
numerosa e ansiosa di riabbracciarla.
Il libro di cui vi parlo oggi è un’autobiografia.
E’ la storia di Anneli, una ragazza nata in Corea, ma tedesca d’adozione.
Anneli, così l’hanno chiamata i suoi
nuovi genitori tedeschi, è arrivata a Colonia quando aveva appena quattro
mesi; Ha trovato ad accoglierla una famiglia molto aperta, disponibile a
sostenerla ed accompagnarla in tutto. I suoi genitori adottivi ci sono anche
quando Anneli riceve, come molti altri giovani adottati, la lettera del
governo coreano che la invita a trascorrere un periodo in Corea, a Seul, per conoscere
di più sul suo Paese d’origine, sulle tradizioni, gli usi, la lingua.
Anneli accetta l’invito sia per una
sorta di curiosità, di ricerca di risposte a cose semplici e banali che l’hanno
accompagnata nei primi 21 anni di vita (un naso e dei lineamenti diversi per
esempio), sia perché in cuor suo spera di riuscire a scoprire qualcosa in più
sulle sue radici e sulla sua famiglia naturale. Per questo, una volta in
Corea, Anneli partecipa ad una trasmissione Tv molto seguita, che si occupa
di riunire famiglie divise e nel suo caso la ricerca va a buon fine. Anneli
riesce a trovare la sua famiglia naturale e comincia una lunga e cauta opera
di conoscenza tra la ragazza e le sue due famiglie. Finalmente Anneli troverà
tante risposte ai tanti interrogativi sui primi mesi della sua vita e
scoprirà di essere sempre stata desiderata e di esserlo ancora. In
particolare Anneli stringerà un legame affettivo fortissimo con la sua madre
naturale, che va al di là della diversità linguistica e culturale ed anche al
di là della distanza fisica. Ecco perché Anneli soffrirà molto quando la vita
la metterà di fronte all’ennesima separazione.
L’autrice racconta la sua storia di
ragazza adottata, di figlia di due famiglie e lo fa con estrema semplicità e
linearità. Anneli Schinkel ci mette davanti alle sue emozioni con assoluta
umiltà, senza remore o filtri di sorta. Credo che questo sia il modo giusto
di trattare un argomento spinoso e delicato come l’adozione, difficile
soprattutto per chi lo vive in prima persona: non è facile scoprire i misteri
del proprio passato, non è facile accettare le decisioni altrui, specialmente
se condizionano la nostra vita. Bisogna darsi tempo di riflettere, di capire
se davvero si vuole sapere e di metabolizzare ciò che si scoprirà. Mi ha
molto colpita il rapporto tra Anneli e il fratello adottivo, anche lui
coreano ed adottato dalla famiglia tedesca di Anneli. Entrambi partecipano al
soggiorno offerto dal governo coreano, ma lo fanno con spirito diverso: lei
va alla ricerca della sua famiglia naturale, lui invece non è ancora pronto a
sondare questo campo e preferisce interessarsi al Paese natio, alle tradizioni
ed alla lingua, tanto che tornando in Germania comincia a studiare
coreanistica. Entrambi sono, a mio parere, comportamenti accettabili e
condivisibili.
Ciò che ho apprezzato di più è stata, in
queste pagine, la delicatezza e semplicità dell’autrice che ha deciso di
raccontare la sua storia per lasciare una testimonianza di vita a chi voglia
informarsi sull’adozione e a chi la vive o l’ha vissuta in prima persona.
Una lettura da consigliare, magari per
un week-end estivo: impegnativa, ma non troppo.
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Opera recensita: “figlia della seta” di Anneli Schinkel
Editore: Tea, esperienze, 2009
Genere: romanzo autobiografico, narrativa internazionale
Ambientazione: Germania, Corea del Sud
Pagine: 247
Consigliato: sì.
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