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mercoledì 28 dicembre 2016

RECENSIONE: JIM THOMPSON - L'ASSASSINO CHE è IN ME


Sinossi:

Lou Ford è il vicesceriffo di una piccola città del Texas. La cosa peggiore che si può dire di lui è che è un po' noioso, un po' troppo lento, a volte

saccente. Ma nessuno immagina il suo male nascosto, la malattia che lo ha quasi rovinato quando era giovane. E quel male è di nuovo sul punto di tornare

in superficie, irrefrenabile e violento. Perché la vita non ha niente da dare agli uomini come Lou, se non brevi momenti di feroce energia sempre raggelati

dall'oceano nero del destino.

 

Lou Ford è il vicesceriffo di Central City, una cittadina del Texas, piena di persone per bene che rispondono “Sì Signore” e “no Signora” a chiunque sia il loro interlocutore. Lou Ford è intelligente, perspicace, un buono, uno che non usa mai la violenza ed è capace di ammorbidire e far parlare qualunque prigioniero senza torcergli un capello… è così che tutti conoscono Lou. Ma dietro questa facciata di bravo ragazzo, Lou nasconde un insospettabile, fredda lucidità ed una capacità di calcolare le conseguenze di ogni azione e di prevedere i pensieri altrui con una precisione allarmante. Ma ciò che Lou nasconde, soprattutto, è una “malattia” che lo porta a risolvere ogni problema, a superare ogni ostacolo umano semplicemente uccidendolo e lo fa con rapidità e precisione degna di un serial killer di professione. Lou non si ferma neppure quando i suoi colleghi cominciano a sospettare di lui, neppure quando è evidente che gli stanno alle calcagna e, quando alla fine arriva la resa dei conti il finale è spettacolare.

“L’assassino che è in me”, probabilmente il libro più noto ed importante di Thompson, è un racconto crudo, veloce e freddo. Il cinismo di Ford denota la volontà del suo ideatore di raccontare le cose come stanno: Thompson non vuole piacere o impressionare, non c’è nulla di roboante o artefatto in ciò che racconta, anzi si avverte chiaro e netto il degrado da cui l’autore viene ed in cui ambienta la storia ed il cinico, disilluso realismo di chi conosce fin troppo bene ciò di cui parla. Un libro ed un protagonista particolare, assolutamente sui generis, uno al quale si fa fatica ad affezionarsi e dal quale, tuttavia, non ci si vuole staccare, curiosi di sapere come andrà a finire.

Mi sento di consigliare questo libro a chi ama i noir veloci e crudi, senza una particolare caratterizzazione dei personaggi o una ricostruzione di ciò che sta intorno alla storia… un noir breve, da prendere così, fatto e finito.

 

Opera recensita: “l’assassino che è in me” di Jim Thompson

Editore: Mondadori (1992)-Fanucci (2002) prima ed. originale 1952

Genere: noir

Ambientazione: Texas, Stati Uniti

Pagine: 224

Prezzo: 7,90 €

Consigliato: sì/no.

 

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