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giovedì 8 agosto 2019

RECENSIONE: EDWARD MORGAN FORSTER - PASSAGGIO IN INDIA


Sinossi:
A Chandrapore, nell'India stretta sotto la morsa del colonialismo, si fronteggiano l'islam, "un atteggiamento verso la vita squisito e durevole", la burocrazia britannica, "invadente e sgradevole come il sole", e "un pugno di fiacchi indù", in una silenziosa guerra fredda. Fino a quando l'arrivo di una giovane turista inglese non viene a incrinare il fragile equilibrio. Perché Adela Quested, con stupore del clan dei sahib bianchi, non si accontenta dei circoli e delle visite ufficiali: vuole conoscere "la vera India", e trova la guida indigena perfetta nel mite e ospitale Aziz. Ma nelle grotte di Marabar la gita preparata con ogni cura si trasforma per Adela, vittima delle proprie personali inquietudini o di un indegno affronto, in un dramma sconvolgente che arriva fino nelle aule di un tribunale, facendo esplodere pregiudizi, razzismi, contraddizioni. Il ritratto umano e poetico di un paese amatissimo si fa parabola della "segreta intelligenza del cuore" di contro alla protervia della ragione in quello che Forster chiamò "il mio romanzo indiano influenzato da Proust" e che rimane il suo indiscusso capolavoro.

Commento:
Era dai tempi del liceo che desideravo leggere questo libro: già da allora ne intuivo il fascino. Devo dire che non mi ha deluso, anzi, la lettura mi è sembrata meno ostica di quanto immaginassi. Questo libro è incentrato sulla profonda e insanabile divisione tra indiani e inglesi, tra colonizzati e conquistatori: entrambi i gruppi sono arroccati sulle loro posizioni intransigenti e intolleranti, ma se da parte loro gli indiani sono lamentosi, controversi e fanno di tutto per esacerbare il loro vittimismo, dal canto loro, gli inglesi sono superbi, consapevoli del loro ruolo di giustizieri in società e non si fanno problemi a considerare un altro essere umano non del loro rango un inferiore, un approfittatore, un nemico. Queste differenze divengono ancora più evidenti quando due signore inglesi – diverse per età e temperamento – giungono a Chandrapore in visita a Ronny, figlio di una e futuro marito dell'altra. Le due donne, essendo nuove dell'India, non sono a conoscenza del luogo e dei costumi, così mentre la vecchia signora Moore fa amicizia col dottor Aziz, la futura nuora Adela Quested vuole vedere la vera India, cominciando dal conoscere meglio gli indiani. Viene organizzata una gita alle grotte di Marabar e a fare da guida alle signore c'è proprio Aziz, ma qualcosa di strano accade nelle grotte e da quel giorno i rapporti tra inglesi e indiani non saranno più uguali: si è rotto un equilibrio fragilissimo.
Passaggio in India è un libro incentrato sulla contrapposizione: contrapposizione tra indiani e inglesi, tra indiani e indiani, tra religioni… si evidenziano qui tutte le grandi e piccole differenze di questo Paese così misterioso ed enigmatico. Una lettura piacevole, questa, sebbene ammantata di uno strato di tristezza che di tanto in tanto si fa più denso ed opprimente come il caldo di Chandrapore che instupidisce invece che far impazzire. Libro consigliato senza remore.
Opera recensita: "Passaggio in India" di Edward Morgan Forster
Editore: Mondadori, prima ed. originale 1924
Genere: letteratura inglese
Ambientazione: India
Pagine: 340
Prezzo: 11,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


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