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martedì 25 maggio 2021

RECENSIONE: ALICE BASSO - IL GRIDO DELLA ROSA (ANITA BO 02)

    Sinossi:

Torino, 1935. Mancano poche settimane all'uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei. Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi. Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell'Impero. E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l'è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

 

Commento:

Pochi giorni fa Alice Basso ci ha regalato il secondo, atteso capitolo della nuova serie ambientata nel 1935 con protagonista la ventenne, irriverente, esuberante Anita Bo. La ritroviamo, appena due mesi dopo l'inizio del nuovo lavoro alle Edizioni Monné, molto più saggia e cresciuta e, soprattutto, con una nuova, grande passione per i gialli, quelli delle riviste ed anche quelli veri. Non può esimersi ormai, la nostra Anita, dall'interessarsi alle questioni – in cui le capiti d'imbattersi e, in quel periodo, erano parecchie - in cui sia stata perpetrata un'ingiustizia. Quando sente parlare di Gioia Bratti, una ragazza madre sordomuta rimasta uccisa mentre cercava di entrare nella villa in cui si festeggiava l'adozione del suo bambino, Anita non può fare a meno di dispiacersi per la giovane, ma anche di notare che ci sono delle incongruenze. Notazione confermata dal suo datore di lavoro Sebastiano Satta Ascona che, casualità, a quella festa era presente e di incongruenze e stranezze ne ha viste anche lui… Quando poi, a casa della professoressa – nonché sua amica – Candida Fiorio, Anita ascolta i racconti commossi e indignati di Diana, l'amica di Gioia, il quadro si complica e si fa oscuro… l'ingiustizia c'è stata, bisogna solo capire chi l'ha commessa. E fosse facile, specialmente in un periodo in cui tutti vedono tutto e di muoversi liberamente non se ne parla, figurarsi di indagare, specie per una donna, anzi, un'avvenente ventenne di buona famiglia… Ma la giustizia deve trionfare, anche fosse solo tra le pagine di una rivista, così Anita e Sebastiano escogitano piani, trovano alleati anche improbabili, si avventurano in luoghi proibiti… tutto pur di scoprire la verità e denunciare, seppur clandestinamente, l'ennesimo misfatto. Tutto, tranne mettere a rischio gli amici: è questo il loro unico cruccio, è questo ciò che cercano di evitare… o almeno ci provano. L'amicizia, la condizione femminile, la moralità ipocrita sono alcuni dei temi chiave di questo giallo storico leggero, scanzonato eppure profondamente toccante. La giusta prosecuzione di una serie che ci regala e ci regalerà sempre nuove emozioni, ma anche spunti sulla storia, la letteratura, le usanze, le tradizioni, il folclore, le voci e i silenzi di un'epoca oscura, ma che va conosciuta. Il grido della rosa lascia aperte molte porte che speriamo vengano, se non chiuse almeno varcate, in un prossimo libro, atteso almeno quanto lo era questo. Bella serie, da leggere.

 

Opera recensita: "Il grido della rosa" di Alice Basso

Editore: Garzanti, 2021

Genere: giallo storico, seriale

Ambientazione: Torino, 1935

Pagine: 304

Prezzo: 16,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

          

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