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domenica 28 agosto 2022

RECENSIONE: MARIO VARGAS LLOSA - LA ZIA JULIA E LO SCRIBACCHINO

Sinossi:

Vi si narra la vicenda o meglio la carriera, di Pedro Camacho, fecondissimo produttore boliviano d'intrecci (lo chiamano anche Balzac creolo) che, chiuso in una mefitica stanzetta, sforna trame melodrammatiche e truculente per un programma di feuilleton di Radio Lima. Tutti attendono con impazienza le puntate della sua fantasia, ma improvvisamente le differenti trame di appendice prendono a confondersi tra loro. Camacho è impazzito e sarà degradato a galoppino d'una rivista di sicuro fallimento. D'altro lato, ecco invece la storia di Mario, giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario che ci racconta una sua complicata storia: s'innamora di una zia vedova e più matura che finirà per sposare.

 

Commento:

Avevo letto, anni fa, "Avventure della ragazza cattiva" di Mario Vargas Llosa e non mi era piaciuto, o meglio mi aveva lasciata alquanto indifferente… ricordo di averlo trovato troppo estremo per certi versi, inverosimile, troppo europeo. Per fortuna ho deciso di dare un'altra possibilità a quest'autore: mi sarei persa un libro delizioso! Di tutt'altro tenore rispetto al libro sopracitato, "La zia Julia e lo scribacchino" è un libro bellissimo, divertente, tenero, ironico, un po' pazzo di quella pazzia allegra, capace di burle epiche, feste improvvisate e travolgenti e grandi melodrammi per nonnulla. Quella gioviale follia che, quando la trovi nelle pagine di un libro, esclami: "Ok! Senza dubbio siamo in America Latina!". Ed infatti siamo a Lima, tra il 1953 e il 1954. Mario ha diciott'anni, studia svogliatamente legge, lavora come direttore del notiziario in una radio e sogna di diventare, un giorno, uno scrittore. Due sono le storie che, parallelamente, ci racconta in prima persona in queste pagine: una è la storia d'amore folle e totale per la boliviana Julia, una zia acquisita da poco giunta in città per trovare marito, divorziata e con quattordici anni più di lui; l'altra, all'apparenza più ordinaria ma in realtà ben più surreale, è la vicenda di Pedro Camacho, boliviano pure lui, uomo di non molta erudizione ma di grande ingegno, scrittore indefesso e prolifico di romanzi radiofonici di grande successo. Due vicende che, in questo libro così singolare, si sviluppano in parallelo: nei capitoli dispari procede il racconto di Mario e Julia, in quelli pari ci sono proprio i racconti di Pedro Camacho, con il capitolo conclusivo, il ventesimo, in cui si riannodano i fili di una storia intensa, ma in fondo anche triste. In questa storia per metà autobiografica e per metà fucina di prossime idee, tanti sono i personaggi, alcuni anche grotteschi, difficili da dimenticare. Assolutamente consigliato!

 

Opera recensita: "La zia Julia e lo scribacchino" di Mario Vargas Llosa

Editore: Einaudi, ed. originale 1977, ed. italiane 1979 e 2006

Traduttore: Angelo Morino

Genere: romanzo autobiografico

Ambientazione: Lima, Perù, anni 50

Pagine: 330

Prezzo: 12,40 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

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