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martedì 12 gennaio 2021

RECENSIONE: CORRADO DE ROSA - L'UOMO CHE DORME

Sinossi:

Da un po’ di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant’anni, è vittima di un’indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l’ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l’impossibile per non essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell’ex compagna e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto.

 

Commento:

Annoiato, scaramantico, indolente, lo psichiatra Antonio Costanza è un quarantenne tranquillo, schivo ma non solitario, pigro ma non troppo scontroso. È quello che definiremmo una brava persona, separato, ama la sua famiglia, in particolare il padre e il figlio, è bravo nel suo lavoro, ma non è un asso dei rapporti umani: spesso sbaglia tempi e modi di approccio e tendenzialmente cerca di restare lontano dalle grane o dalle faccende complicate. Questo suo essere impacciato e schivo non lo favorisce nelle relazioni, specie in quelle con l'altro sesso, perché viene scambiato per supponenza, disinteresse all'interlocutore, arroganza. Sono queste alcune delle impressioni provate da Laura Santamaria, brava giornalista che deve averci a che fare per via di un omicidio alquanto truce. Una prostituta anziana è stata ritrovata morta nella propria abitazione la sera di San Valentino del 2012 ed è necessario entrare nella personalità dell'assassino, capire il suo modo di ragionare, capire quanto fosse cosciente. Non è Costanza ad occuparsi delle indagini, non è sua la responsabilità di individuare il colpevole, ma per un motivo o per l'altro viene in contatto con i sospettati e finisce per ritrovarsi, suo malgrado, al centro del caso. Lo conosciamo pian piano, Antonio Costanza, entriamo passo dopo passo nella sua cerchia di amici, percorriamo con lui i vicoli della sua città, e nel frattempo seguiamo su più campi paralleli i movimenti di altri personaggi, le realtà di altre vite, in un concatenarsi di eventi, luoghi, persone. L'uomo che dorme è, sì, un noir, ma è un noir atipico, perché conserva preponderanti i tratti del romanzo, della narrazione più amena e meno oscura e brutale. È quasi come se l'autore, nel donarci questa storia, avesse toccato solo incidentalmente la sfera noir, ma pensasse invece al racconto della storia di un uomo, di uno psichiatra seduto "dal lato sbagliato della scrivania", come se avesse voluto mettere in luce le contraddizioni di una città e di una società pronta a ricercare la follia dove c'è "solo" cattiveria e degrado. L'uomo che dorme è un romanzo che si fa leggere agevolmente, nel quale si entra con piacere, con curiosità e dal quale si esce un po' più consapevoli, desiderosi di riflettere e consci di aver chiuso un buon libro che, come tale, trova i suoi fondamenti nella realtà del quotidiano.

 

Opera recensita: "L'uomo che dorme" di Corrado De Rosa

Editore: Rizzoli, 2018

Genere: noir

Ambientazione: Salerno

Pagine: 275

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

          

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