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sabato 21 agosto 2021

RECENSIONE: ORHAN PAMUK - LA CASA DEL SILENZIO

Sinossi:

Fatma, insieme al nano Recep, figlio illegittimo del suo defunto marito, vive ancora nella casa in cui si trasferì con il suo sposo - un medico fallito, attivista politico e alcolista - quando decisero di abbandonare Istanbul agli inizi della rivoluzione del 1908. Nella cadente villa in legno Fatma, altezzosa e bisbetica, trascorre i giorni e le notti assorta nei ricordi, a rodersi in un cupo sentimento. I suoi figli sono morti, ma i suoi tre nipoti ogni estate vanno a trovarla per un breve soggiorno. Faruk, il maggiore, è uno storico che, abbandonato dalla moglie, ha trovato nell'alcol un efficace palliativo alla noia; Nilgün è un'affascinante studentessa progressista che sogna una rivoluzione sociale che non arriva mai; il giovane Metin è un genio della matematica che vuole emigrare negli Stati Uniti per arricchirsi. Tutti e tre, per motivi diversi, desiderano che la nonna venda la casa.

 

Commento:

Orhan Pamuk è un autore complesso, sfaccettato, che ama dire le cose a modo suo, con i suoi tempi, con i suoi non detti, senza preoccuparsi troppo di ciò che potrebbe piacere o non piacere al lettore. I suoi libri, perciò, sono tutti diversi fra loro e non tutti incontrano il mio personale gusto… ma c'è una cosa che li accomuna tutti: la Turchia, patria amata e dannata dell'autore che non perde occasione per raccontarla, analizzare come l'evoluzione storica riverbera sulla società, interpretarne i mutamenti culturali, sociali, finanche spirituali. In La casa del silenzio, romanzo del 2007, un Pamuk fresco di Nobel racconta le tante facce del suo Paese attraverso un romanzo corale, una saga familiare che in sé racchiude le anime di Fatma, una novantenne altezzosa che vive di ricordi e rancori mai sopiti, e dei suoi tre nipoti, Faruk, Metin e Nilgun, a loro modo tutti diversi ma fra loro isolati e slegati. A congiungere questa famiglia con il resto del mondo circostante c'è Recep, il cameriere di Fatma, il nano figliastro di suo marito Selahattin. Ciascuno, con la propria voce e il proprio sentire, racconta ciò che non va nella sua vita e – di riflesso – nella Turchia, dimenticando di considerare i problemi o i bisogni degli altri, come se ciascuno sprofondasse nella propria insoddisfazione. È naturale che, alla lunga, mondi così distanti eppure così prossimi finiscano per cozzare l'uno contro l'altro creando un cortocircuito.

La casa del silenzio non è un libro facile – nessuno dei libri di Pamuk lo è – e l'estrema introspezione e malinconia dei personaggi potrebbe scoraggiare; tuttavia a me non è dispiaciuto leggerlo perché a suo modo è uno spaccato di vita e di storia di un Paese affascinante, controverso ed ingannevole come la Turchia. Lo consiglio, anche se tra quelli che ho letto non è il miglior libro di Pamuk.

 

Opera recensita: "La casa del silenzio" di Orhan Pamuk

Editore: Einaudi, 2007

Genere: narrativa straniera, saga familiare, romanzo corale

Ambientazione: Turchia

Pagine: 376

Prezzo: 13,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7.

  

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