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martedì 5 luglio 2016

RECENSIONE: MARIO DESIATI - TERNITTI


Sinossi:

È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d'amore... Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale, compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche - ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano - guardare al futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo.

Oggi vi parlo di un libro ambientato nella mia terra, il Salento, in particolare nella zona del capo di Leuca.

E’ qui che vive Mimì, al secolo Domenica Orlando; è da qui che è costretta a partire con la famiglia, nel 1975, alla volta della Svizzera. Il padre, Antonio, andrà a lavorare “allu ternitti” in una fabbrica vicino a Zurigo insieme a tantissimi altri italiani.

Ternitti in dialetto salentino significa eternit ed è una parola che evoca tante cose: amianto, lavoro, casa, morte. Parole così diverse, anche opposte fra loro: con l’amianto qui le case sono state costruite per anni, forse per decenni; e c’è chi per l’amianto la casa ha dovuto lasciarla, alla volta di un paese straniero, per lavoro. E c’è pure chi per quel lavoro è morto… tanti sono stati gli italiani che hanno contratto l’asbestosi, un male lento ed inesorabile che colpisce i polmoni di chi è stato a contatto costante con l’eternit. Il Salento ha pagato un caro prezzo a questa malattia, un prezzo di emigrazione prima e di morte poi. Ed è proprio questa la storia raccontata in “Ternitti” dallo scrittore pugliese Mario Desiati. E’ la storia di Mimì, colei che ha il nome di Domenica, una santa tenace rappresentata con una spada; Mimì, una bambina diventata presto donna, che torna a casa sua dalla Svizzera con una figlia e senza un uomo fisso accanto. E’ la storia degli Orlando, di Vope, di Pati e di tanti altri.

Questo libro è un condensato di sentimenti: l’amore celato, schivo ed infine prorompente; la morte che aleggia come un fantasma sugli operai e le loro famiglie; la fierezza e l’indipendenza di Mimì, l’alcolismo di Biagino, la viltà di Pati, l’intraprendenza di Arianna… è un libro intriso di Sud, di Salento, della terra e del mare, del dialetto, dei sapori e degli odori di una terra magica, sempre sospesa tra passato e futuro, tra culti antichi e modernità.

Ecco cosa troverete in questo libro: descrizioni minuziose e realistiche della natura, dei luoghi, dei sentimenti e dei comportamenti dei personaggi… un tuffo nella vita di Mimì e nella storia di tanti salentini ed italiani emigrati e poi tornati a casa.

 

Opera recensita: “Ternitti” di Mario Desiati

Editore: Mondadori, 2011

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: Salento, Svizzera

Pagine: 258

Consigliato: sì

Libri simili: “Acciaio” di Silvia Avallone.

 

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