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giovedì 21 luglio 2016

RECENSIONE: STEPHEN KING - CUJO


Sinossi:

A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna, finché una notte il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? È forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell'incarnazione stessa del male?

 

Non senza imbarazzo, confesso che questo è il primo libro di King che leggo. Finora i suoi romanzi hanno sempre suscitato in me una certa diffidenza reverenziale mista ad un poco celato terrore… era come se fossi consapevole del fatto che leggerli non sarebbe stata proprio una passeggiata. E infatti non mi sbagliavo: questo primo romanzo, Cujo, non ha smentito i miei timori iniziali, ma ciò che mi ha piacevolmente colpita è stato il fatto che questo terrore mi sia piaciuto. Mi sono piaciuti gli autentici brividi che l’orribile storia di Donna e Tad mi ha fatto provare.

Chi sono Donna e Tad? E chi è Cujo? Eh, avete ragione, forse è meglio partire dall’inizio.

Una notte di giugno del 1980 il quattrenne Tad Trenton viene svegliato dall’impellente stimolo di fare pipì e, una volta a letto, vede due occhi fiammeggianti emergere dal suo armadio, nel buio della sua stanza. Il mostro rivela a Tad di essere l’incarnazione di Frank Dodd, il poliziotto che pochi anni prima aveva scosso la tranquilla cittadina uccidendo diverse persone. I genitori, Donna e Vic, prontamente accorsi alle sue urla di terrore, non vedono nessun mostro e non gli credono, ma ben presto cominciano ad accadere strane cose in casa. Poco tempo dopo questa strana storia Vic, il padre di Tad, parte per un viaggio di lavoro molto importante e lascia Donna e Tad da soli. La Pinto di Donna ha qualche problema così la donna la porta all’officina di Joe Camber, un burbero meccanico che vive fuori città. E’ così che Donna e Tad incontreranno Cujo, il grande Sanbernardo di cento chili da tutti descritto come un cane docilissimo, ma che, per effetto della rabbia, si trasformerà in un mostro crudele e spietato che ucciderà quattro persone. Cujo è da cinque anni con Brett, il figlio del meccanico, ma appare chiaro tra le righe che nella sua vita precedente era proprio Frank Dodd, morto a Castle Rock esattamente cinque anni prima. L’estenuante duello di nervi che Donna Trenton ingaggia con la bestia è tanto straziante quanto coinvolgente: non si può fare a meno di stare incollati alle quasi quattrocento pagine di questo romanzo provando un misto di sensazioni: orrore, paura, angoscia crescente, partecipazione per il dolore di Vic e per l’ansia di Donna, affetto e tenerezza per il piccolo Tad, comprensione per Charity, la moglie di Joe Camber e un costante, crescente brivido che gela il corpo ad ogni assalto del cane-mostro, nonostante la torrida estate descritta da King. La canicola estiva è un elemento importante nell’evolversi di tutta la storia: è quel dettaglio che fa da collante, accomunando e spiegando tutte le situazioni, le scelte, a dirittura i pensieri. Il tutto è condito da una scrittura magistrale, una suspense sapientemente dosata, con momenti di autentico panico alternati a pagine di calma piatta, ricordi, considerazioni che non fanno altro che accrescere la curiosità. Lettura assolutamente consigliata a chi non abbia paura di affrontare i mostri che attaccano dall’esterno ma soprattutto quelli che si annidano dentro di noi, nelle nostre paure ed insicurezze.

  

 

Opera recensita: “Cujo” di Stephen King

Editore: Sperling Paperback 1992

Genere: horror, fantasy

Ambientazione: Castle Rock (Maine, Stati Uniti) 1980

Pagine: 376

Consigliato: sì.

 

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