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lunedì 31 ottobre 2016

RECENSIONE: VAMBA - IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA


Sinossi:

TORNA IL GIORNALINO PIU' DIVERTENTE DI TUTTI I TEMPI! Ogni giorno Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita e della vita della sua famiglia. Naturalmente, poiché è stato educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire, o che le sorelle e i loro fidanzati, poi mariti, non vorrebbero si sapesse. E, certo, combina un sacco di guai per merito dei quali viene chiuso nel collegio Pierpaoli dove non solo non si educa, bensì diviene l'anima di una ribellione contro la falsa e tirannica disciplina che vi è imposta da una ridicola ma prepotente coppia di proprietari-direttori. Il diario diviene così la protesta e la rivolta di un ragazzo contro il mondo conformista e soffocante dei ''grandi''. Non per nulla Vamba dedicò il Giornalino ''ai ragazzi d'Italia perché lo facciano leggere ai loro genitori''. Diffusa in ogni pagina del diario c'è una scintillante comicità tutta toscana

 

Avevo bisogno di una lettura divertente, non impegnativa, che mi permettesse di svagarmi e di farmi due sane risate, così ho deciso di leggere “il giornalino di Gian Burrasca”, un libro per ragazzi che mancava dalle mie letture d’infanzia: beh, obiettivo centrato in pieno!

E’ il 20 settembre e per il suo nono compleanno Giannino Stoppani, anche detto Gian Burrasca, riceve in regalo un giornalino (quello che oggi noi chiameremmo diario segreto) sul quale scrivere le sue memorie ed appuntare i suoi pensieri. Mai regalo fu più gradito per il nostro Giannino che di avventure da raccontare ne ha a bizzeffe… forse, però, gli mancano le persone a cui confidarle. Per sei mesi, quasi quotidianamente, Giannino riporta nel giornalino le sue “burlette”, i suoi pensieri, le sue tante “disgrazie”: la sua famiglia non perde occasione per prendersela con lui e punirlo, anche quando le sue azioni vengono fatte a fin di bene! Giannino è un anticonformista, un ribelle cui piace divertirsi, che non sopporta la noia e non tollera le ingiustizie e le falsità. E’ per questo che dice sempre la verità, ad ogni costo, anche se questa sua schiettezza gli ha procurato più bastonate che ringraziamenti. Com’è accaduto, per esempio, quella volta che ha suggerito alla zia Bettina, venuta in visita a casa sua, di andarsene prima della festa da ballo organizzata dalle sue sorelle perché queste le sarebbero state infinitamente grate… o quella volta che ha confidato all’avaro Signor Venanzio tutti i soprannomi affibiatigli dai suoi familiari: il vecchio Venanzio è quasi sordo, non può sentirli e Giannino crede di fargli un servigio rivelandogli i discorsi altrui.

Giannino, in realtà, non comprende l’ipocrisia e l’incoerenza degli adulti, non capisce perché un ragazzo non possa divertirsi con degli scherzi senza conseguenze, non riesce ad entrare nell’ottica degli ideali borghesi ed austeri della sua famiglia che poi sono quelli caratteristici dell’Italia dei primi Novecento. Sì, è vero, Giannino è una vera e propria peste, ma è anche sfortunato e, nonostante le sue tante marachelle, suscita tenerezza nella sua ingenuità e nel suo candore fanciullesco.

Questo libro, poi, è rivoluzionario per l’epoca in cui è stato scritto: uscì a puntate nel 1907-1908 e fu poi pubblicato nel 1920 suscitando, in un’Italia intrisa di moralismo e borghesismo, la riprovazione dei perbenisti del tempo che vedevano nella figura di Gian Burrasca un’incitazione alla ribellione ed insubordinazione dei ragazzi. Niente di più falso! Si tratta, al contrario, di un’opera di formazione rivoluzionaria per l’epoca e molto, molto attuale anche oggi: attraverso gli occhi di Giannino vediamo l’Italia con i suoi problemi di allora e di oggi, con le sue convenzioni sociali, la malasanità, la malagiustizia, i metodi di correzione ed educazione dei ragazzi totalmente fallimentari (si pensi al collegio Pierpaoli). Inoltre Giannino ci fa capire una cosa importantissima: spesso punire senza spiegare non è la soluzione perché, come ci spiega il nostro monello, i ragazzi si devono correggere non usando i bastoni perché quelli feriscono la carne ma non tolgono l’idea!

Questo libro, come scrive Luigi Bertelli in arte Vamba, era dedicato ai ragazzi perché lo facciano leggere agli adulti ed è, oggi più che mai, una lettura assolutamente istruttiva per grandi e piccoli. Se non l’avete ancora fatto, vi consiglio caldamente di leggerlo: è divertentissimo e fa riflettere molto!

 

Opera recensita: “il giornalino di Gian Burrasca” di Vamba

Editore: Giunti junior

Genere: letteratura per ragazzi

Ambientazione: Firenze, Roma

Pagine: 288

Prezzo: 7,90 €

Consigliato: sì.

 

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