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lunedì 15 luglio 2019

RECENSIONE: LISA SEE - LE RAGAZZE DI SHANGHAI


Sinossi:
Nella Shanghai di fine anni Trenta, una "Parigi d'Oriente" in pieno fermento culturale, le sorelle Pearl e May vivono una vita agiata e serena. Hanno ventuno e diciotto anni e sono molto unite, pur essendo diversissime: Pearl, nata nell'anno del drago, è tenace e ha uno spiccato senso del dovere, mentre May, nata nell'anno della pecora, ha un carattere più docile. La loro famiglia, grazie alle attività del padre, gode dei privilegi della borghesia di Shanghai: una bella casa, servitori a disposizione e denaro per comprare abiti eleganti e frequentare i locali alla moda. Le due sorelle non hanno bisogno di lavorare e fanno le modelle per hobby, posando per un giovane pittore. Fino a che tutto cambia. Fino a che, un giorno infausto, il padre perde l'intero patrimonio al gioco e si vede costretto a vendere le proprie figlie, dandole in spose a due fratelli cinesi che vivono a Los Angeles. Mentre i bombardamenti giapponesi imperversano sulla loro città, Pearl e May intraprendono un viaggio lungo e travagliato che le porterà nel Sud della Cina e poi, attraversato il Pacifico, nella Città degli Angeli. Qui, nei sobborghi di Chinatown, avrà inizio per loro un nuovo capitolo: la ricerca infaticabile dell'amore in un matrimonio con uno sconosciuto, l'insidioso richiamo di Hollywood, la lotta quotidiana contro le discriminazioni e la nascita di una nuova vita in cui riporre speranze che si credevano perdute...

Commento:
Devo essere sincera, questo è uno dei pochi libri di cui, a fine lettura, non ho un'opinione chiara. So che mi è piaciuto e che lo consiglio, ma non saprei spiegare oggettivamente perché. E' ovvio che non mi è piaciuta la dicotomia profonda tra i primi capitoli in cui le ragazze sono avvolte in un'opulenza fatua ed effimera, e il resto del libro in cui il dolore, l'incertezza ed un senso di catastrofe imminente regnano sovrani. Non mi è piaciuto, inoltre, questo continuo affidarsi al destino che con il peggiorare della situazione a Chinatown si trasforma in autentico vittimismo e in qualche caso sfocia in tragedia, che sembra essere tipico dei cinesi di quegli anni… va bene l'influenza dello Zodiaco sul carattere, vanno bene anche gli amuleti, ma quando si tratta del proprio futuro occorre, talvolta, prendere in mano la propria vita e magari osare! Sembra invece che qui i personaggi, dopo essere scappati dalla Madrepatria in guerra per salvarsi la vita o, in qualche caso, per fare affari, attendano sempre che da quel luogo di conflitti e profondi cambiamenti qualcuno venga a salvarli, getti loro un'ancora, salvo poi – a giorni alterni – aborrire anche solo l'idea di tornare in Cina e dichiarare eterna fedeltà agli Stati Uniti pretendendo da questi protezione e diritti. Strettamente collegato a questa riflessione è, inoltre, il giudizio – per me un dubbio irrisolto – sulle due sorelle, Pearl e May, le due vere protagoniste di questa storia. Le due ragazze, molto legate, ma anche molto diverse tra loro, all'inizio del libro appaiono frivole, avvezze ai piaceri del bello e facile, volutamente staccate dalla realtà che le circonda, tanto da non riuscire a prevedere né tantomeno affrontare il tracollo familiare che le attende; poi, quando la vita le costringe a misurarsi con qualcosa che neppure l'osservatore più avveduto avrebbe mai potuto prevedere, reagiscono in modo opposto: Pearl, la più intelligente ed assennata si ritrova ingabbiata nell'impotenza e dovrà essere May, la più ribelle e frivola a tirare la carretta. Sarà probabilmente in questo momento che si formeranno i loro caratteri e si determinerà il loro approccio alle scelte successive. Giunte in America, comunque, entrambe risultano a loro modo slegate dalla realtà che vivono, non pienamente consapevoli, e nel momento cruciale, al punto di rottura che inevitabilmente arriverà, nessuna delle due risulterà vincitrice morale. Sono loro, a ben guardare, il reale motivo di interesse del libro: al di là delle vicende storiche della Cina degli anni 30 e dei rapporti tra Cina, Giappone e America negli anni 40 e 50, è l'evoluzione di Pearl e May – come sorelle e come donne calate in società diverse da quella in cui sono cresciute, sottoposte a sfide e prove sempre nuove – il reale motivo per cui leggere questo romanzo.
Ma Le ragazze di Shanghai è, come ci ricorda l'autrice nei ringraziamenti, prima di tutto un romanzo storico che affronta con cura, delicatezza e profondità le drammatiche vicende della guerra tra Cina e Giappone che travolse la prima negli anni 30 e 40, l'immigrazione negli Stati Uniti di un numero impressionante di cittadini cinesi nei modi più disparati, la creazione di una nuova, instabile, società Sinoamericana, i contrasti con il nuovo potere comunista, la repressione, l'intolleranza. In questo senso si può tranquillamente trovare una vena di attualità in questo romanzo: è una storia, come ce ne sono tante anche in epoca moderna, di viaggio, immigrazione, abbandono, perdita, dolore, adattamento, sofferenza, non accettazione, intolleranza, mancata integrazione. In definitiva, i motivi e gli spunti che inducano a leggere questo romanzo non mancano. Lisa See, poi, ha il pregio di raccontare con delicatezza realtà anche truci e in continuo cambiamento delle quali si conosce poco; lo fa documentandosi, ascoltando racconti, testimonianze, usando l'immaginazione, immedesimandosi nei sentimenti dei suoi personaggi. Ne vengono fuori storie di rara bellezza, vivide ed appassionate.


Opera recensita: "Le ragazze di Shanghai" di Lisa See
Editore: Longanesi, 2009
Genere: narrativa orientale
Ambientazione: Cina-America
Pagine: 383
Prezzo: 18,60 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.

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