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martedì 25 agosto 2020

RECENSIONE: JOHN CONNOLLY - TUTTO CIò CHE MUORE (CHARLIE PARKER 01)


Sinossi:
Charlie Parker, detto Bird, lavora come detective privato a New York dopo aver lasciato la polizia in seguito a una terribile esperienza: l'assassinio della giovane moglie e della loro bambina di tre anni. Il caso di cui si occupa, la sparizione di una coppia di ragazzi, lo porta a contatto con un mondo di orrori e violenze inaudite. E, soprattutto, lo porta a individuare la figura di un sadico serial killer, che strappa la pelle del viso alle sue vittime dopo averle mutilate.

Commento:
Cadaveri, cadaveri e ancora cadaveri. In nessuno dei molti thriller che ho letto finora credo di aver mai visto il numero di morti che ho incontrato in questo primo capitolo della corposa serie di Charlie Bird Parker. E il particolare sorprendente – ma neanche tanto – è che… la cosa non mi è dispiaciuta, nel senso che il romanzo è, nella sua folle implausibilità, del tutto plausibile. Mi spiego meglio, è necessario: Charlie "Bird" Parker era uno sbirro di New York, uno sbirro alcolista con una figlia di tre anni, Jennifer, e una moglie, Susan, con cui i rapporti si erano dolorosamente raffreddati proprio a causa della bottiglia. Charlie Parker era, dunque, uno sbirro, poi una sera, rientrando a casa dal bar, ha trovato in casa la morte: Susan e Jennifer erano state barbaramente uccise, scorticate, accecate e mutilate. Da quel giorno Bird non ha mai più toccato un sorso d'alcool, non è più stato un poliziotto e, soprattutto, non ha smesso di cercare l'assassino. Mesi dopo l'omicidio, una duplice traccia mette in moto Bird: da un lato la scomparsa di due ragazzi lo conduce in Virginia e poi di nuovo a New York, alle prese con un orrore indicibile le cui vittime, da trent'anni, sono dei bambini; dall'altro c'è una vecchia, Tante Marie, a New Orleans, che ha avuto la visione di una ragazza dispersa nella palude, morta ricevendo lo stesso macabro trattamento di Susan e Jennifer. Il killer, ora lo sa, è il Viaggiatore e non ha intenzione di fermarsi. Passando attraverso vari stadi di orrore e di violenza, l'ormai investigatore privato Charlie Parker, accompagnato da pochi amici e molti nemici, si mette sulle tracce di questo assassino che sembra aver superato ogni forma di razionalità, ogni parvenza di legame con la ragione e che sembra avere una macabra predilezione per l'arte, oltre che elevate conoscenze mediche. Un primo incontro con un personaggio assolutamente interessante, un investigatore che non ha paura di ammettere le proprie debolezze, che non ha paura di gettarsi nella mischia e di sporcarsi le mani, che non ha paura di guardare in faccia il male per combatterlo, anche se questo significa rimanerne permeato. Credo che leggerò ancora di lui, tuttavia devo avvisarvi: questa non è una lettura per tutti. Se non reggete l'orrore, il sangue, la morte violenta, questo libro non fa per voi. Se cercate per forza una spiegazione razionale alla follia umana, questo libro non fa per voi, perché a certe cose davvero, non si può trovare spiegazione: bisogna solo affrontarle, continuare a leggerle, perché potrebbe accadere, purtroppo, che qualcosa di simile accada nella realtà… quindi, meglio essere preparati.

Opera recensita: "Tutto ciò che muore" di John Connolly
Editore: Rizzoli, 2000 – Time Crime, 2015
Genere: hard-boiled, seriale
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 464
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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