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martedì 18 agosto 2020

RECENSIONE: JOHN STEINBECK - UOMINI E TOPI


Sinossi:
George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come "i migliori progetti predisposti da uomini e topi" (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un'America soffocata dalla crisi e di un'umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. Scritto nel 1937 e destinato a un pubblico di uomini semplici come George e Lennie, "Uomini e topi" è una breve storia ricca di dialoghi, un piccolo gioiello di scrittura, pensato da Steinbeck per essere messo in scena in teatro e al cinema: e così è successo, sul grande schermo e a Broadway. Ma «Uomini e topi» resta prima di tutto un romanzo indimenticabile. Questa edizione propone nella nuova traduzione di Michele Mari un racconto di impegno, solitudine, speranza e perdita che resta uno dei libri più letti e più amati della letteratura mondiale. Introduzione di Luigi Sampietro.

Commento:
Uomini e topi racchiude, in poco più di cento pagine, tutti gli ideali dei più grandi romanzi di Steinbeck, quegli ideali di giustizia sociale, indipendenza, libertà, che hanno caratterizzato il pensiero dell'America del Novecento e che, a un livello più ampio, sono il sogno, la speranza, la meta della lotta di ogni uomo. George e Lennie sono due uomini semplici, due braccianti abituati alla fatica. George è piccoletto, un po' rude, ma ha un gran cuore; egli si occupa da tempo di Lennie, alto, grosso, forzuto, un bambinone non matto ma combinaguai. I due sono forti l'uno della presenza dell'altro, che li tiene vivi, sulla retta via, impedendo loro di impazzire o di perdersi. I due hanno un sogno, quello di un podere, un piccolo pezzo di terra con animali, orto, latte e formaggio, un luogo che possano chiamare "casa propria", dove restare a lavorare per se stessi se gli va e a non lavorare se non gli va. Ma un giorno Lennie combina un guaio più grosso degli altri…
Uomini e topi, pubblicato per la prima volta nel 1937 ed uscito in Italia nel 1938 con traduzione di Cesare Pavese, tratta gli stessi ideali che ritroveremo in Furore e in tanti altri romanzi di Steinbeck, ma spoglia la sua prosa di solito ricca di tutti gli orpelli, la rende scarna, essenziale, semplice, diretta, efficace, eppure meravigliosa. John Steinbeck è, è stato e resterà sempre un grande scrittore, in grado di cambiare modo di scrivere ad ogni romanzo, di adattare se stesso alla storia che vuole raccontare. Uomini e topi è, come tutti gli altri, un romanzo da leggere.

Opera recensita: "Uomini e topi" di John Steinbeck
Editore: Bompiani, prima ed. 1937
Genere: letteratura americana
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 139
Prezzo: 12,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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