simposio lettori copertina

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giovedì 21 novembre 2019

RECENSIONE: DIMITRI DELIOLANES - COLONNELLI


Sinossi:
Assalti squadristici, brogli elettorali, assassini politici, attacchi terroristici e stragi di civili sono i meccanismi di governo nella Grecia degli anni Cinquanta e Sessanta. Questo clima di terrore fa da sfondo al colpo di Stato dei colonnelli del 21 aprile 1967. Una delle pagine più nere della storia del dopoguerra europeo. Qual è stata l’influenza del regime militare greco sulla fragile democrazia italiana degli anni Sessanta? Quali i legami fra le diverse correnti politiche? Quale il ruolo dei militari nella sanguinosa stagione degli anni di piombo? A queste e altre numerose domande risponde con Colonnelli Dimitri Deliolanes, autore da sempre interessato alle relazioni, presenti e passate, dei paesi di cui si sente cittadino: Grecia e Italia. Non solo un libro di storia, quindi. Accanto alla disamina delle cause e delle conseguenze dell’ascesa dei militari in Grecia, Deliolanes tratteggia i fili dei rapporti tra i gruppi di estrema destra greci e quelli italiani e la costruzione del meccanismo spionistico e terroristico del regime in Italia. Nel libro sono state raccolte, arricchite e collocate in un preciso contesto strategico le testimonianze sul coinvolgimento greco nella strage di piazza Fontana: le mire aggressive del regime – si scopre – vanno oltre la reazione all’espulsione della Grecia dei colonnelli dal Consiglio d’Europa decretata da Moro il 12 dicembre 1969. Impressionante la rivelazione di una serie di attacchi terroristici ordinati da Atene, proprio per il 12 dicembre, contro le basi britanniche a Cipro. In un mondo dove il fascismo e l’autoritarismo sembrano riaffacciarsi prepotentemente, Colonnelli ci aiuta a non dimenticare un passato fin troppo recente, che però sembra essere stato sepolto da anni di revisionismo.

Commento:
Sì, magari saranno complicati da leggere, non immediati da comprendere e metabolizzare, ma i saggi – ne sono convinta – sono molto utili a chi non si accontenta di vivere in modo passivo e vuole, invece, informarsi, quale che sia l'argomento. Quelli storici, come quello di cui parliamo qui, servono a capire meglio le dinamiche politiche, sociali, culturali, economiche che hanno portato al presente. Dimitri Deliolanes analizza in questo saggio il golpe militare dei Colonnelli, attuatosi il 21 aprile 1967, una delle pagine più nere della storia europea del Novecento. Con precisione, metodo e competenza, l'autore chiarisce le origini del golpe, la condizione politica che vi ha condotto la Grecia, le ingerenze straniere e i tanti legami che i greci avevano con l'Italia, il nostro Paese, legami cruciali per gli anni di piombo e la cosiddetta strategia del terrore.
Un saggio, Colonnelli, non proprio immediato soprattutto per via della presenza di moltissimi nomi di politici, militanti e personaggi di varia collocazione, ma interessantissimo e tutto sommato scorrevole. La lettura, per quanto l'argomento sia specifico, appassiona e non annoia, certo, a patto che si sia realmente interessati ad approfondire questa importante pagina storica.
A chi lo fosse, io non posso che consigliare quest'opera: trarrete certamente spunti interessanti anche per letture successive o raffronti con altre opere. Per i riferimenti storici, i collegamenti con la politica e la militanza di altri Stati, Colonnelli sarà molto utile a chi voglia approfondire, in modo trasversale, sia il secondo dopoguerra che gli Anni di Piombo.

Opera recensita: "Colonnelli" di Dimitri Deliolanes
Editore: Fandango, 2019
Genere: saggio
Ambientazione: Grecia-Italia
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


lunedì 23 settembre 2019

RECENSIONE: FABIO GEDA - NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI


Sinossi:
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.
Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia. Quanto a Enaiatollah Akbari, la sua biografia è nelle pagine di questo libro.

Commento:
Questa è una storia vera, vera, drammatica e bellissima. A raccontarcela, in un dialogo con Fabio Geda, è proprio colui che l'ha vissuta, Enaiatollah, Enaiat.
Quando sua madre lo ha lasciato da solo in Pakistan, in un luogo e con persone sconosciute, Enaiat aveva appena dieci anni, era un bambino intelligente e perspicace, ma comunque un bambino, per giunta solo e mai uscito dal suo paesino dell'Afganistan. Il piccolo Enaiat è spaesato e comincia a chiedere in giro dove sia sua madre; quando gli spiegano cos'è accaduto, ossia che la madre l'ha accompagnato lì per salvargli la vita, e poi l'ha lasciato per tornare dai suoi fratelli, Enaiat prova un dolore sconosciuto, la loro immagine gli si tatua negli occhi, ma sa che non può perdersi d'animo. Comincia a cercare lavoro, tenta sempre di avere un posto dove dormire la notte e cerca di non farsi nemici. Da qui, dalle strade malsicure del Pakistan comincia la sua clandestinità, la sua odissea verso un posto dove fermarsi, una casa, un posto dove stare bene. Ciò che attraversa, le prove che deve superare sono a dir poco indicibili per chiunque, figurarsi per un bambino della sua età. Enaiat deve diventare uomo presto per aiutarsi da solo e far fronte a ciò che lo aspetta, ma non perde, nonostante tutto, la voglia di migliorarsi, di mantenere la sua dignità, di imparare e guadagnarsi da vivere onestamente. Quando giunge in Italia, più di quattro anni dopo essere partito dal Pakistan, non gli sembra vero di potersi fermare, di trovarsi bene e soprattutto di avere finalmente una prima forma di accoglienza.
Questa è una storia commovente perché reale, importante perché sincera, da leggere per capire e non dimenticare. Una lettura consigliata a tutti, perché tutti abbiamo bisogno delle parole di questo ragazzo.

Opera recensita: "Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda
Editore: Baldini e Castoldi
Genere: autobiografia
Ambientazione: Afganistan-Pakistan-Iran-Turchia-Grecia-Italia
Pagine: 160
Prezzo: 12,00 €
Voto personale: 8,5.


venerdì 12 aprile 2019

RECENSIONE: HARUKI MURAKAMI - LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK


Sinossi:
La storia ce la racconta un giovane senza nome, prima studente, poi maestro elementare. È innamorato di una sua coetanea, Sumire, una una ragazza con il mito di Kerouac e della generazione beat. Sumire però non lo ricambia: lo accetta come amico e confidente, ma niente sesso. Lei è invece innamorata di un'altra donna: Myu, una bellissima imprenditrice quarantenne di origine coreana. Solo che anche Myu, pur attratta da Sumire, non vuole concretizzare in amore il loro sentimento. Non vuole o non può: c'è qualcosa di misterioso nel suo passato che le impedisce di amare, che la separa dal mondo. E così i destini dei tre protagonisti si inseguono senza mai congiungersi, vagano nello spazio e nel tempo come un satellite alla deriva.

Commento:
Sumire, Myu e il narratore amico di Sumire. Tutto ruota intorno alle vite e ai sentimenti di questi tre personaggi: amore, desiderio, mistero e sogno si intrecciano in modo inestricabile e profondissimo in questo meraviglioso romanzo di Murakami. La ventiduenne Sumire, schietta, un po' sventata e amante della scrittura, incontra per caso l'affascinante ed enigmatica Myu, una donna sposata che, pur non volendo, attira gli altri con il suo magnetismo innato. Tra le due si instaura da subito un legame speciale che per Sumire è senza dubbio amore totalizzante, mentre per Myu è qualcosa di diverso, ugualmente forte, ma più sfuggente e complesso. A raccontarci questa storia e le sue inattese evoluzioni è l'unico amico di Sumire, irrimediabilmente innamorato di lei, che ad un certo punto sarà costretto ad entrare nella spirale magnetica di Myu e, contestualmente, si affaccerà alla porta di un mondo parallelo, inafferrabile e misterioso. Come in tutti i romanzi orientali, anche questo è ammantato da un'aura di ineluttabilità e misticismo che affascina ed ammalia; tutto, com'è consuetudine per gli autori giapponesi, è accettato con naturalezza e vissuto con la strutturata consapevolezza che tutto può accadere, che questo non è l'unico mondo possibile, che si possa andare in luoghi non fisici dai quali forse, qualche volta, si può anche tornare, ma che c'è anche la possibilità di essere perduti per sempre, come lo Sputnik.
La ragazza dello Sputnik è un romanzo bellissimo, speciale, con alcuni brani di pura poesia. Credo sia il meglio che ho letto finora di Murakami: racchiude in sé una maturità, una sobrietà, una sensualità – oserei dire – che consente al lettore di avvicinarsi fiducioso al suo mondo e di accettarne compromessi e condizioni, anche quando sono lontane dalla sua cultura. Lo consiglio caldamente.


Opera recensita: "La ragazza dello Sputnik" di Haruki Murakami
Editore: Einaudi, prima ed. 1999
Genere: narrativa giapponese
Ambientazione: Giappone-isola greca
Pagine: 216
Prezzo: 12,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


mercoledì 12 settembre 2018

RECENSIONE: NIKOS KAZANTZAKIS - ZORBA IL GRECO


Sinossi:
"Lo conobbi al Pireo... Parole, risate, balli, ubriacature, preoccupazioni, quiete conversazioni al tramonto, occhi sgranati che mi fissano con tenerezza e disprezzo, come se mi dessero ad ogni istante il benvenuto, come se ad ogni istante mi dicessero addio, per sempre". Zorba il greco è il romanzo di Nikos Kazantzakis da cui venne tratto il fortunato film con Anthony Quinn e Irene Papas, proposto ai lettori italiani in traduzione dal greco e in versione integrale. "Sicuramente il cuore dell'uomo è una fossa chiusa di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate... Corrono a bere il sangue del nostro cuore, perché sanno che altra risurrezione non esiste. E più avanti di tutti corre oggi Zorba con le sue grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la commemorazione. Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po' questo crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro. L'anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che abbia mai conosciuto in vita mia".

Commento:
Chi può dire cosa siano veramente la passione, la spiritualità, la fede, la patria, la libertà…? Sono ideali o sentimenti nel nome dei quali ci immoliamo, o sono forse ulteriori catene con le quali rafforzare la nostra schiavitù? E chi è, poi, il nostro padrone? E' Dio o è forse il diavolo? E' il corpo o lo spirito?
Su queste dicotomie si fonda – e ci fa riflettere – questo romanzo meraviglioso, e lo fa mettendo a confronto due uomini, il padrone più incline alla rettitudine, alla spiritualità, alla lettura e alla meditazione, e Zorba che… beh Zorba non si può descrivere compiutamente: è un uomo saggio, scapestrato, beone, donnaiolo impenitente, irrequieto, passionale, mutevole, arguto, instancabile, irruento… è molto altro ancora.
Nella convivenza forzosa per ragioni di lavoro in un villaggio di Creta, queste due anime imparano a conoscersi e a comprendersi, prendendo l'una qualcosa dell'altra e dandosi molto a vicenda. Kazantzakis costruisce un protagonista memorabile e riesce a far riflettere ed interrogare le coscenze usando un'"arma infallibile": la leggerezza, la simpatia, l'umorismo. "Zorba il greco" è un libro stupendo che consiglio spassionatamente: non ve ne pentirete, è letteratura.

Opera recensita: "Zorba il greco" di Nikos Kazantzakis
Editore: Crocetti, prima ed. 1946
Genere: narrativa europea
Ambientazione: Creta-Grecia
Pagine: 382
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.


sabato 25 agosto 2018

RECENSIONE: PETROS MARKARIS - ULTIME DELLA NOTTE (KOSTAS KARITOS 01)


Sinossi:
Il commissario Kostas Karitos vive ad Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di immigrati clandestini, ex spie sovietiche e trafficanti d'organi. Karitos tenta comunque di ritagliarsi uno spazio di tranquillità personale, per dedicarsi anche ai propri problemi famigliari. Ma un efferato omicidio lo costringe a scendere in campo, scontrandosi con schegge impazzite di realtà.

Commento:
A qualcuno sembrerà strano, ma certi gialli – specie quelli che fanno parte di una saga e quindi si sa che si ritroveranno i protagonisti – possono risultare rassicuranti.
E' il caso di questo primo romanzo della saga che vede come protagonista Kostas Karitos, commissario della polizia di Atene, tranquillo, assennato, di mezza età, sposato con Adriana e padre di Caterina che studia a Salonicco. Karitos è un personaggio che potrebbe risultare senza infamia né lode, se non avesse delle piccole particolarità che gli permettono, a suo modo, di ricavarsi un ottimo posto nella narrativa gialla moderna. Per cominciare ha un'indole maschilista e – commento personale – non mi piace granché come tratta la moglie… -, legge solo dizionari, ama la cucina greca e in particolare i Sublaki completi; oserei dire che è metereopatico, non gli piacciono le soluzioni facili e prende di petto tutte le situazioni: è tutto ad un pezzo, dà del tu a criminali e testimoni senza troppi problemi affrontandoli direttamente senza cerimonie… Singolare, non c'è dubbio. In questo specifico caso ha avuto a che fare con due omicidi scomodi, una rete di strani traffici e un colpevole assolutamente vicino e insospettabile.
Nel complesso mi sento di consigliare questo romanzo e credo che continuerò la lettura della saga.


opera recensita: "Ultime della notte" di Petros Markaris
Editore: Bompiani, prima ed. originale 1995-prima ed. italiana 2000
Genere: giallo
Ambientazione: Atene
Pagine: 343
Prezzo: 12,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


domenica 3 dicembre 2017

RECENSIONE: ORIANA FALLACI - UN UOMO


Sinossi:

"Un uomo" è il romanzo della vita di Alekos Panagulis, che nel 1968 è condannato a morte nella Grecia dei colonnelli per l'attentato a Georgios Papadopulos,

il militare a capo del regime. Segregato per cinque anni in un carcere dove subisce le più atroci torture, restituito brevemente alla libertà, conosce

l'esilio, torna in patria quando la dittatura si sgretola, è eletto deputato in Parlamento e inutilmente cerca di dimostrare che gli stessi uomini della

deposta Giunta continuano a occupare posizioni di potere. Perde la vita in un misterioso incidente d'auto nel 1976. Oriana Fallaci incontra Panagulis nel

1973 quando, graziato di una grazia che non aveva chiesto ma che il mondo intero reclamava per lui, esce dal carcere. I due si innamorano di un amore profondo,

complice, battagliero. Lei lo affianca e ne condivide una lotta mai paga. "Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina

le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara. Anche se non combina nulla di immediato e di pratico, anche se si esprime attraverso bravate

o follie, anche se viene respinto e offeso, egli muove le acque dello stagno che tace, incrina le dighe del conformismo che frena, disturba il potere che

opprime." (Prefazione di Domenico Procacci)

 

Commento:

“Un uomo” è il racconto minuzioso, intimo e plateale della storia di Alekos Panagulis, l’uomo che attentò alla vita di Papadopulos, “Il tiranno” nel novembre 1968 e fallì. Dopo una condanna a morte non eseguita, cinque anni di reclusione tra evasioni, bravate, sfide e resistenze inesauribili, Panagulis viene graziato con sua somma indignazione e, uscito dal carcere, incontra Oriana Fallaci, colei che sarà la sua compagna, l’unica compagna possibile per la sua lotta senza tempo e senza quartiere. Testardo, istrionico, astuto, intelligente, un autentico Don Chisciotte, Panagulis non smetterà mai di lottare per la libertà scontrandosi con il mondo intero, anche con quel popolo in nome del quale si spenderà ogni giorno. E proprio questa lotta lo condurrà ad una profonda solitudine e ad una morte annunciata e prorogata per troppo tempo, eppure giunta troppo presto a portarsi via un uomo dal coraggio infinito. Spregiudicato, folle, temerario, Panagulis è un uomo in eterna lotta con gli altri, con l’autorità, il sistema, la corruzione, ma anche con se stesso, troppo spesso vittima delle sue idee, delle sue convinzioni portate allo stremo, del suo egoismo che in più di un’occasione gli allontanerà chi gli vuol bene. Il libro dal titolo “Un uomo” nel quale la Fallaci racconta la sua storia di eroe che non cede è una sua consegna: fu lui a chiederle in più occasioni di scriverlo dopo la sua morte perché ciò che gli era accaduto e ciò per cui aveva lottato non venisse dimenticato. E’ scritto in una forma particolare, non come una biografia fredda ed asettica, ma come un memoriale in forma di lettera, come dimostra la seconda persona singolare (l’autrice scrivendo si rivolge ad Alekos). Una lettera-memoriale, dunque, scritta in forma circolare: il racconto si apre e si chiude con la scena agghiacciante del funerale di Panagulis, con la folla granitica che scandisce quel “Tzi, tzi tzi” (vive, vive, vive), proprio quella folla che mentre era in vita lo aveva ignorato e non lo aveva capito abbandonandolo al suo destino. Un libro impegnativo e crudo, che a tratti trasuda rabbia, amarezza, senso di colpa. Un libro che cattura dalla prima pagina e che tiene incollati alla vicenda, perfettamente comprensibile, nella sua forza anche da chi non conosce la storia greca di quegli anni.

Un romanzo contro le ideologie vuote, contro la rassegnazione, contro la cecità di chi vede solo ciò che gli mostra l’interesse e di chi non vede neppure ciò che è sotto il suo naso perché vedere, parlare, raccontare, schierarsi è troppo difficile. Una lettura consigliata a tutti perché non si muore solo lottando, ma anche standosene fermi ai margini nascondendo la testa sotto la sabbia dell’indifferenza.

 

 

 

Opera recensita: “Un uomo” di Oriana Fallaci

Editore: Bur, prima ed. 1979

Genere: biografia-narrativa italiana-romanzo storico

Ambientazione: Grecia 1968-1976

Pagine: 645 (ed. 2014)

Prezzo: 13,00 € (ed. 2014)

Consigliato: sì.