Sinossi:
«La ferrovia sotterranea» è il nome con cui si indica, nella
storia degli Stati Uniti, la rete clandestina di militanti antischiavisti che
nell’Ottocento
aiutava i neri a fuggire dal Sud agli stati liberi del Nord.
Nel suo romanzo storico dalle sfumature fantastiche, Colson Whitehead la
trasforma in una
vera e propria linea ferroviaria operante in segreto, nel
sottosuolo, grazie a macchinisti e capistazione abolizionisti. È a bordo di
questi treni che
Cora, una giovane schiava nera fuggita dagli orrori di una
piantagione della Georgia, si imbarca in un arduo viaggio verso la libertà,
facendo tappa in
vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme
diverse e altrettanto raccapriccianti. Aiutata da improbabili alleati e
inseguita da uno
spietato cacciatore di taglie, riuscirà a guadagnarsi la
salvezza? La ferrovia sotterranea è una testimonianza scioccante – e
politicamente consapevole
– dell’eterna brutalità del razzismo, ma si legge al tempo
stesso come un’appassionante storia d’avventura che ha al centro una moderna e
tenacissima eroina
femminile. Unico romanzo degli ultimi vent’anni a vincere
sia il National Book Award che il Premio Pulitzer, è un libro che sembra già
destinato a diventare
un classico.
Commento:
Tutti conosciamo, anche solo per sommi capi, la storia degli
schiavi neri che nell’Ottocento spaccò l’America in due fazioni ben distinte,
schiavisti ed abolizionisti, sudisti e nordisti. Meno conosciuta, invece, è l’esistenza
della “Ferrovia sotterranea”, ossia l’organizzazione segreta, fatta di messaggi
in codice, bianchi abolizionisti, contatti, rischi, che aiutò tanti schiavi del
Sud a fuggire negli Stati liberi del Nord. Questo libro ci racconta, con lucida
precisione, la storia di tanti uomini e donne che, attraverso quest’aiuto,
cercavano di fuggire dalla persecuzione, dall’umiliazione, dalla servitù per
guadagnarsi la propria libertà. Il “pretesto” per raccontare tutto questo viene
dalla storia di Cora, una giovanissima schiava che, insieme al compagno Caesar,
fuggì dalla piantagione di cotone dei Randal in Georgia e, con l’aiuto della
Ferrovia, percorse un cammino fatto di trappole, sventure, morte, che la condusse
fino ad un tunnel fantasma per scavare e camminare ancora, diretta ovunque
tranne che verso il luogo da cui stava scappando.
Una storia emozionante, ricca di spunti da approfondire, ma
uno stile di scrittura non altrettanto piacevole: personalmente ho fatto fatica
ad ingranare la marcia, perché non riuscivo a farmi piacere lo stile
distaccato, privo di descrizioni, quasi frettoloso e superficiale con cui l’autore
enumerava eventi brutali. E’ come se l’autore volesse scioccare non solo con
gli eventi narrati, ma anche con la brutalità delle parole, ma a mio parere per
buona parte del libro non ha raggiunto l’intento. Tuttavia, con l’avanzare
delle pagine, le cose migliorano perché la storia si carica di sentimento, le
descrizioni sono più approfondite e pregnanti e tutto è più “piacevole” da
leggere.
Ad ogni modo, si tratta di un’ottima testimonianza storica
che fa riflettere e punta l’attenzione su un periodo storico che non è bene
lasciare per troppo tempo nel dimenticatoio. Lettura consigliata, dunque.
Opera recensita: “La ferrovia sotterranea” di Colson
Whitehead
Editore: Edizioni Sur, 2017
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Stati Uniti, Ottocento
Pagine: 376
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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