Sinossi:
Il 2 aprile del 1985 Margherita ha soltanto dieci anni. La
sua casa di Pizzolungo, a Trapani, al mattino è invasa dalla confusione allegra
di Salvatore e Giuseppe, i suoi fratelli, gemelli di sei anni. Non vogliono
saperne di vestirsi e Margherita non vuole fare tardi a scuola. Chiede un
passaggio a una
vicina. I gemelli usciranno con l’utilitaria della mamma
Barbara. Nello stesso istante due macchine della scorta vanno a prendere un
magistrato. Si chiama
Carlo Palermo e viene da Trento, dove ha indagato su un
traffico di morfina proveniente dalla Turchia. Un fiume di droga che serve a
finanziare altri traffici,
armi soprattutto, e che produce altri soldi, che si
intrecciano col giro delle tangenti della politica. Quando Palermo arriva a
sfiorare Craxi la sua indagine
arriva al capolinea. Da Trento, il giudice si fa trasferire
a Trapani, dove la morfina turca viene raffinata in eroina. Per continuare a
indagare su mafia,
massoneria e politica. Sul lungomare di Pizzolungo le auto
della scorta sfrecciano, non possono rallentare e quella utilitaria con una
donna e due bambini
seduti dietro va troppo piano. La sorpassano. Parcheggiata
sul ciglio della strada c’è una golf con venti chili di tritolo nel bagagliaio.
Qualcuno preme
il tasto di un telecomando. È l’inferno. Carlo Palermo viene
sbalzato fuori, è sotto choc ma si salva. Di Barbara Asta e dei piccoli
Giuseppe e Salvatore
restano solo frammenti.
Commento:
Quella mattina del 2 aprile del 1985 Margherita non è in auto
con la madre e i fratellini: è già uscita con un’amica per andare a scuola. Lei
non c’è su quella strada stretta, tutta curve, da cui si può guardare il mare.
Ci sono, invece, due auto della scorta, su una delle quali viaggia il giudice
Carlo Palermo, un giudice scomodo che, prima a Trento e poi a Trapani, è venuto
a ficcare il naso dove non deve e quindi va eliminato. E c’è l’utilitaria di
Barbara che porta a scuola i suoi due gemelli, Giuseppe e Salvatore, i
fratellini di Margherita. E’ questa la macchina che, ad un segnale convenuto,
viene maggiormente danneggiata dall’esplosione del tritolo destinato all’auto
che la precede, quella del giudice Palermo. E’ un attimo e tre vite innocenti
non ci sono più, spazzate via da un vento di detriti, polvere, dolore. Restano
invece coloro che per tutta la vita proveranno dolore, un dolore insanabile per
quella perdita: il giudice Palermo, gli uomini della scorta, Nunzio Asta – il marito
e padre delle vittime – e Margerita, la figlia e sorella.
Margherita che per sempre dovrà lottare contro chi vuole
proteggerla e non le rivela nulla di ciò che accadde quel giorno; Margherita che
per anni proverà amarezza perché il giudice, quel signore cui era destinata la
bomba, non la cerca e non le parla; Margherita che studia la mafia, gli
attentati, i collegamenti, con il suo inesauribile bisogno di capire e di
raccontare. Ed oltre all’impegno sociale, all’attivismo in Libera, oggi la
storia della sua famiglia è raccontata anche in questo libro, un po’ diario, un
po’ cronaca, un po’ lettera accorata ed intima. Sono tante le testimonianze di
chi ha vissuto, a vario titolo ed in vari modi, il dramma della morte per mano
mafiosa, tutte storie importanti, delle quali non si può non parlare, non si
può non scrivere, non si può non leggere, perché non farlo significherebbe
dimenticare e dimenticare vuol dire permettere alla mafia, alla corruzione, al
malaffare di insinuarsi ancora, sottile e sempre in agguato, nella nostra
società e nelle nostre vite. Una testimonianza delicata, ma al contempo forte e
decisa quella di Margherita Asta, che ancora una volta ci mette davanti alle conseguenze
sulle persone dei crimini mafiosi. Per questo consiglio questa lettura, perché
non si può e non si deve dimenticare.
Opera recensita: “Sola con te in un futuro aprile” di
Margherita Asta e Michela Gargiulo
Editore: Fandango, 2015
Genere: autobiografia
Ambientazione: Provincia di Trapani, Sicilia
Pagine: 288
Prezzo: 16,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5
Nessun commento:
Posta un commento