Sinossi:
Jean McClellan è diventata
una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento
al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto
conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il
nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei
milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto,
al conto in banca, al lavoro. Ma è l'unica che ora ha la possibilità di
ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne. Limite di 100
parole raggiunto.
Commento:
Ho letto pareri contrastanti su questo libro: c'è chi lo
esalta e chi lo stronca, e sono passati solo pochi mesi dalla pubblicazione.
Forse già questo è emblematico, perché è un libro che comunque vada lascia il
segno. La mia opinione è intermedia: riconosco che ha dei difetti, ma mi è
piaciuto abbastanza da consigliarlo senza riserve. In molti lo paragonano al
ben più noto "Il racconto dell'ancella" di Margareth Atwood ed in
effetti il paragone regge, ma – dirò un'eresia per i più – a me questo ha preso
di più. Di cosa si parla? Di donne, donne alle quali è stato impedito di
parlare (possono pronunciare solo 100 parole al giorno), leggere, scrivere, lavorare.
Il "movimento per la purezza", salito al potere con il nuovo
presidente-bamboccio degli Stati Uniti, vede la donna come l'angelo del focolare;
ha colonizzato tutto, dalla scuola, alle aziende, alle frontiere divenute
invalicabili per le donne, ai mezzi di comunicazione… tutto. E ormai non ci si
può più ribellare. O forse sì? O forse si può ancora? Jean, la voce narrante e
protagonista di questo libro, ben presto capisce di sì, che qualcosa si può
ancora fare, e che a pensarla come lei sono in tanti, anche i più insospensabili.
Ma sarà pericoloso e potrebbe costare caro.
"Vox" è un libro ben scritto, che sorprende, anche
se in qualche punto mi è sembrato stiracchiato e portato un po' per le lunghe;
ha un finale discutibile ma comunque apprezzabile e non troppo bislacco in
relazione col resto del libro. In definitiva, non sarà il nuovo Pulitzer, ma è
una buona lettura per non dimenticare che, mentre noi siamo troppo presi da noi
stessi, intorno si decide il futuro nostro, dei nostri cari, del mondo intero… tutto
comincia piano, a piccoli passi, ma poi arriva un momento nel quale vorremmo
ribellarci ma non potremo più farlo. Perciò bisogna agire finché si è in tempo.
Opera recensita: "Vox" di Christina Dalcher
Editore: Nord, 2018
Genere: narrativa americana, fantascientifico
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 416
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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