Sinossi:
Furnes è un borgo fiammingo dove, accanto alle opulente
dimore in cui si perpetuano opachi rituali borghesi, cominciano ad apparire i
primi segni di una modernizzazione strisciante. Domina sulla piccola città la
figura di Joris Terlinck, il borgomastro, che tutti chiamano Baas e che di
Furnes è effettivamente il padrone: un padrone autorevole, arrogante,
inflessibile, temuto. Intorno a lui, un tessuto di sguardi, chiacchiere,
delazioni, subdole manovre. E una ragazza nascosta, in condizioni abiette. Ma,
una sera come tante altre, persino nel borgomastro, in questo imperturbabile
monolite, si apre una crepa. Simenon ci mostra, fino alle estreme conseguenze,
che cosa accade quando l’implacabile e sinistro ordine quotidiano si lacera
all’improvviso facendo affiorare per un attimo l’illusione di un’altra
possibile esistenza. Quando lesse questo romanzo (steso, secondo le parole
dello stesso autore, «in un vero e proprio stato di allucinazione»), Gaston
Gallimard, che non usava essere indulgente con i suoi autori, scrisse a
Simenon: «È un libro notevolissimo. Uno dei suoi romanzi migliori. Glielo dico
con entusiasmo, non solo per amicizia, da vero lettore disinteressato».
Il borgomastro di Furnes, scritto nell’autunno del 1938, apparve nel 1939.
Il borgomastro di Furnes, scritto nell’autunno del 1938, apparve nel 1939.
Commento:
Joris Terlinck è un uomo tutto d'un pezzo. E' alto,
autorevole, duro, inflessibile, egoista, cinico. E' il borgomastro (il sindaco)
della piccola città di Furnes ed il padrone di una delle aziende più fiorenti,
la fabbrica di sigari, qualifica che gli è valsa l'appellativo di Baas (padrone).
E' rispettato e temuto, non amato da cittadini e collaboratori, poiché con la
sua arroganza impone la sua autorità e il suo rigore a tutti, persino alla sua
famiglia non così perfetta ed unita. Su di lui è incentrato questo libro, il
primo che leggo di Simenon, che sembra volerci mostrare una sorta di eroe al
contrario, non proprio un antieroe, ma un uomo con molti difetti, anche gravi,
che eroicamente persegue ogni giorno, con la massima coerenza e il più stretto
rigore, le sue idee di come dovrebbe andare il mondo. La figura di Joris Terlinck
sembra essere un neanche troppo discreto elogio del non cambiamento, della stasi
e della conservazione di cose, situazioni, dinamiche. Ma cosa succede quando,
per una sua decisione dettata dal rigore, un uomo muore e una ragazza vede la
sua vita stravolgersi radicalmente? La prospettiva non cambia, ma le certezze e
l'equilibrio si incrinano pericolosamente.
Un libro, questo, davvero singolare ed inconsueto: non si
comprende con chiarezza il messaggio che Simenon vuole lanciarci, ma si giunge
alla fine facendosi comunque un'idea di fondo, maturando comunque delle riflessioni
personali. Perciò ritengo che questo libro valga una lettura, possibilmente due
per cercare di comprenderne il senso più profondo. Consigliato, non il solito
romanzo.
Opera recensita: "Il borgomastro di Furnes" di
Georges Simenon
Editore: Adelphi, prima ed. 1939
Genere: letteratura europea
Ambientazione: Belgio
Pagine: 227
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5
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