Sinossi:
Una giovane dama di
compagnia in vacanza a Montecarlo; Maxim de Winter, un affascinante vedovo che
le propone di sposarlo; Manderley, un'inquietante castello della Cornovaglia
che sembra vivere nel ricordo di Rebecca, defunta moglie del giovane sposo, la
cui inquietante presenza incombe sulla nuova coppia ogni giorno di più. Ma il
racconto è soprattutto l'indimenticabile storia di una giovane donna consumata
dall'amore e alla disperata ricerca della sua identità.
Commento:
Da tempo una storia di
fantasia non mi coinvolgeva tanto: sembrerà anche banale, ma non riuscivo
letteralmente a staccarmi dalle pagine. Giallo classico, romanzo inglese
dell'Ottocento, storia d'amore, tragedia, possiamo definirlo in mille modi, ma
"Rebecca, la prima moglie" è e resta un bellissimo romanzo. E' stato
scritto nel 1938, ma porta con sé tutto ciò che di buono c'è stato nella
letteratura inglese del secolo precedente. C'è, in esso, tutta l'enfasi ottocentesca
nel descrivere i sentimenti, c'è il fascino bucolico della campagna inglese,
c'è quell'aura forte di mistero e di ineluttabilità che tanto ho amato in
autori come Wilkie Collins… una storia e una lettura che non dimenticherò. La
storia è apparentemente semplice: Max De Winter, proprietario di una delle più
belle dimore inglesi, vedovo e ancora giovane, incontra a Montecarlo una
giovane dama di compagnia che lo colpisce per la sua semplicità e sensibilità. I
due si innamorano, al principio non si sa quanto d'amore e quanto d'egoismo –
per lui – e ingenuità – per lei – ci sia in questo matrimonio, ma una volta
tornati a Manderley, dimora De Winter, lo spettro incombente della prima
moglie, Rebecca, deceduta appena un anno prima, tormenta i due sposi e mina la
loro tranquillità. Il clima è reso ancor più opprimente dalla presenza sinistra
e ostile di una domestica, la signora Danvers, così legata alla prima padrona,
e da tante incomprensioni e cose non dette fra i due neoconiugi. Amore e
tragedia si legheranno sempre più stretti con l'incedere della storia, in un
vortice che trascina il lettore verso un finale inatteso eppure prevedibile. Personaggi
ben caratterizzati, un po' stereotipati ma comunque memorabili. Personalmente Ho
adorato da subito il misterioso Maxim De Winter ed ho anche fraternizzato con
Frank Crawley, Beatrice Laccy, i domestici – tutti tranne la Danvers – ed empatizzato
con lei, la bambina che diventa donna e che ci racconta in prima persona questa
storia dall'impatto emotivo così forte. Inutile dire che questo romanzo mi è
piaciuto e che lo consiglio: se vi piace il romanzo dell'Ottocento, più vicino
a Collins che alla Austen, leggetelo, ne rimarrete conquistati. Da questo libro
è stata tratta una miniserie televisiva ed anche un celebre film che non ho
ancora avuto modo di vedere, ma che, vista l'eminente regia di Hitchcock, si preannuncia all'altezza del romanzo.
Opera recensita:
"Rebecca, la prima moglie" di Daphne Du Maurier
Editore: Il saggiatore, prima
ed. 1938
Genere: giallo classico
Ambientazione:
Montecarlo-Inghilterra
Pagine: 383
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.
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