Sinossi:
Quando il giovane Billy, in
preda a una grande agitazione, irrompe nella sua agenzia investigativa per
denunciare un crimine a cui crede di aver assistito da piccolo, Cormoran Strike
rimane profondamente turbato. Anche se Billy ha problemi mentali e fatica a
ricordare i particolari concreti, in lui e nel suo racconto c’è qualcosa di
sincero. Ma prima che Strike possa interrogarlo più a fondo, Billy si spaventa
e fugge via. Cercando di scoprire la verità sulla storia di Billy, Strike e
Robin Ellacott – una volta sua assistente, ora sua socia – seguono una pista
tortuosa, che si dipana dai sobborghi di Londra alle stanze più recondite e
segrete del Parlamento, fino a una suggestiva ma inquietante tenuta di
campagna. E se l’indagine si fa sempre più labirintica, la vita di Strike è
tutt’altro che semplice: la sua rinnovata fama di investigatore privato gli
impedisce di agire nell’ombra come un tempo e il suo rapporto con Robin è più
teso che mai. Lei è senza dubbio indispensabile nel lavoro dell’agenzia, ma la
loro relazione personale è piena di sottintesi e non detti…
Commento:
Ok, questo libro è il quarto
di una delle saghe che leggerei ininterrottamente senza stancarmi, mi piace un
sacco il detective privato Cormoran Strike ma soprattutto adoro e mi identifico
molto in Robin Ellacott, la sua ex assistente ed ora socia… quindi sarò meno
obiettiva del solito. Questo romanzo ha più di un difetto che io, per quanto
appena sostenuto, sono ben pronta a perdorargli: non si può dire che sia
incalzante, anzi tutt'altro… ha un'andatura costante che in più punti tende a
rallentare, specie nelle fasi di stallo delle indagini che, per la verità, in
questo caso sono particolarmente intricate. La trama è complessa, finora la più
complessa fra le indagini uscite dalla penna di Robert Galbraith (Alias J. K.
Rowling per chi ancora non lo sapesse): qualche buco o calo di tensione è
quindi inevitabile in un romanzone di quasi ottocento pagine. Se l'ho letto in poco
più di un giorno, però, qualcosa di buono ce l'avrà, no? Nonostante la
staticità che lo fa somigliare ad un giallo più che ad un thriller, è scritto
in modo fluido, minuziosissimo, con continui riferimenti all'ambientazione,
alle strade di Londra, ai movimenti dei personaggi, tanto che davvero sembra di
esser loro accanto mentre si svolge l'azione. Il caso affrontato da Strike e
Robin, poi, stavolta ci offre la possibilità più unica che rara di entrare
davvero nei corridoi del potere: due storie si intrecciano e si legano in
queste pagine ed entrambe hanno a che fare con un anziano ed enigmatico
ministro e con la sua strana famiglia. Ancora una volta Galbraith ci mette di
fronte alla varietà della società inglese di oggi e alle lievi ma significative
differenze che ci vengono qui sottoposte con lucida precisione e senza
forzature. Ma ciò che, ancor più delle indagini, caratterizza questa saga è il
particolarissimo rapporto tra i due protagonisti, Cormoran e Robin: si sono
reciprocamente indispensabili ma non ammetteranno mai la loro importanza per
l'altro. C'è, in entrambi, un continuo ritrarsi, non credersi abbastanza, non
voler intralciare la vita dell'altro che li porta a non capirsi sempre, a vivere
con sottintesi, non detti che impediscono loro di vivere a pieno l'amicizia… e
magari di far nascere quel qualcosa in più che è nell'aria da sempre e che sono
gli unici a non voler riconoscere.
Una saga che consiglio, che
adoro e che spero continuerà a lungo.
Opera recensita: "Bianco
letale" di Robert Galbraith
Editore: Salani, 2019
Genere: thriller
Ambientazione: Inghilterra
Pagine: 784
Prezzo: 24,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
Nessun commento:
Posta un commento