Sinossi:
Una
testimonianza atroce e pulsante della morte di Dio, nell'anima di un bambino.
"Ciò che affermo è che
questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del
quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente,
singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un
eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio,
nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato
all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno
visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di
tutte per noi che possediamo la fede: la morte di Dio in quell'anima di bambino
che scopre tutto a un tratto il male assoluto?" (dalla Prefazione di F.
Mauriac).
Commento:
Non ci credevano Elie e la sua famiglia credente, non ci
credevano nella sua cittadina della Transilvania, non credevano che la
deportazione e il genocidio di tante persone, un tale abominio, potesse
succedere. Non credevano che potesse accadere in Europa, in una società
civilizzata, non credevano che, soprattutto, potesse succedere sotto gli occhi
di Dio. Li avevano avvertiti, ma non ascoltarono… perciò quando accadde a loro
non erano preparati.
Elie aveva quindici anni quando entrò per la prima volta in
un campo di concentramento. Non era preparato al fumo nero e all'olezzo di
carne bruciata che era lì ad accoglierlo; non era preparato ad essere separato
dalla madre e dalla sorella; non era preparato – lui che tanto amava Dio e
studiava il Talmud ed osservava i precetti e pregava e testimoniava l'amore di
Dio – a vedere consumata la sua fede dall'orrore del campo. E ben presto
l'unico obiettivo, da Aushwitz a Buna a Bukenvald, divenne sopravvivere e non
perdere suo padre, non allontanarsi mai da lui, non lasciarsi separare dall'unica
persona che gli era rimasta.
Ma il campo, per quanto tu ti opponga, ti cambia dentro, cambia
le tue priorità, ti svuota anche dell'anima. Resta solo il corpo che ti porti dietro
come un peso. Restano solo le tue membra, il freddo, l'orrore. Non c'è più
neanche un Dio cui rendere grazie o a cui chiedere aiuto. Abbiamo letto ed
ascoltato tante testimonianze di sopravvissuti all'Olocausto… questa, però,
viene da un adolescente cui sono stati strappati i resti di un'infanzia, cui è
stato imposto di diventare uomo di colpo, cui è stata strappata persino l'anima
d'uomo. Non lo credevano possibile… invece è accaduto ed è accaduto a loro.
Opera recensita: "La notte" di Elie Wiesel
Editore: Giuntina, prima ed. 1958
Genere: autobiografia, testimonianza
Ambientazione: Transilvania, Germania, 1944-1945
Pagine: 112
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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