Sinossi:
Primo Levi, reduce da
Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo
accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente
ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente
sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di
fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro
letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi
fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione,
dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione
nello sterminio.
Commento:
Che sia per conoscenza diretta, approfondimento e interesse
personale, conoscenza scolastica, parziale o approssimativa o per semplice
sentito dire, tutti sappiamo (o crediamo di sapere) cos'è stato l'Olocausto.
Tutti, di certo, abbiamo sentito parlare di Primo Levi, il chimico torinese che
fu deportato nel lager della Buna perché ebreo, e del suo libro più famoso,
"Se questo è un uomo". Ebbene, c'è qualcosa di particolare, di
intrinseco e sfuggente che rende quest'opera diversa e in qualche modo
superiore rispetto alle tante testimonianze letterarie su quella pagina della
storia: riflettendoci attentamente, sono arrivata a pensare che la sua particolarità
sia da rinvenirsi nell'atteggiamento con cui Levi racconta le atrocità e la
barbarie del campo. E', come lo definisce lo stesso autore nella postfazione
scritta nel 1976, "l'atteggiamento pacato e sobrio del testimone":
Levi qui non si erge mai a giudice di quanto accadde; non si trova mai in
questo scritto una parola d'odio contro i tedeschi; tutto viene analizzato,
ricordato e descritto quasi con distacco, con qualcosa di simile
all'assuefazione di chi si è abituato a vedere ogni giorno le scene descritte.
L'unico obiettivo qui è raccontare, testimoniare al mondo ciò che si è visto e
vissuto, obiettivo che sarà forse uno dei pochi appigli che permetteranno a
Levi e ad altri come lui di sopravvivere per ritornare. L'altro appiglio, come
ci rivela l'autore, fu quello di vedere sempre in se stessi e nell'altro un
uomo, non una cosa o una bestia, ma un essere umano. Sgomenta, ancora, una
volta di più, la lucidità con cui Levi
imprime i suoi ricordi in queste pagine, nonostante raccontino cose già lette,
atrocità conosciute eppure difficili da digerire.
E' forse proprio questa sobrietà a rendere questo libro
quanto di più vicino a ciò che oggi usiamo definire "capolavoro
letterario". Di sicuro, capolavoro o no, "Se questo è un uomo" è
un'opera pregevole che ciascuno di noi dovrebbe leggere e rileggere, ancor più
che per il contenuto, per il modo pacato e insieme tagliente con cui è stata scritta.
Difficile, per me, staccarmi da queste pagine.
Opera recensita: "Se questo è un uomo" di Primo
Levi
Editore: Einaudi, ed. originale 1947
Genere: autobiografia
Ambientazione: Polonia, 1943-1945
Pagine: 209
Prezzo: 10,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 10.
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